Disegni di prigionia
Mauthausen 1915-1918
Quando penso a Caselli provo per lui una profonda gratitudine. La prima volta che vidi i suoi disegni del periodo di prigionia a Mauthausen, rimasi stupefatto: mai, prima di allora, mi era capitato di vedere rappresentata tanta forza ed originalità di segno, espressa con una essenzialità cruda, talmente efficace ed evocativa da lasciarmi senza fiato.
Riguardandoli ora, in età matura, provo le stesse forti emozioni: squallore, strazio ed accettazione di un destino crudele, emergono con semplicità e lucida meditazione, come solo pochi artisti sanno comunicare.
Si capisce subito che Caselli rifugge speculazioni cerebrali e accademismi per seguire solo il suo istinto immediato, donandoci tutta la sua acuta modernità.
L'asprezza dei disegni — in cui rappresenta protagonisti, cortili e baracche — non è dettata da un bisogno di denuncia, bensì dalla necessità di rappresentare la ferocia dell'uomo e nel contempo la sua capacità di sofferenza e abnegazione.
“Il mondo è bello e feroce “, sembra volerci dire. Il “ bello “ verrà dopo, alla fine della guerra, quando dipingerà il suo amato mare, ma lo aveva dentro anche allora, ne sono sicuro.
Giovanni Pagano
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